Da dove sono originate le principali difficoltà di Hamilton sulla SF-25, con un dato che sarebbe preoccupante in vista dell’Arabia Saudita.
Lewis Hamilton sta affrontando non poche difficoltà nella sua nuova avventura in Ferrari, con un feeling mai sbocciato al volante della SF-25; scopriamo da dove nascerebbero le difficoltà del 7 volte campione del mondo e perché il circuito dell’Arabia Saudita potrebbe metterlo ancora più in crisi.

Oltre alle difficoltà di “integrazione” ci sono alcuni problemi sul lato più tecnico. Da quando l’inglese è arrivato a Maranello c’è stato soltanto un momento in cui ha potuto dimostrare a pieno il suo talento a bordo della SF-25. Stiamo ovviamente parlando della qualifica e gara Sprint in Cina. Hamilton ha potuto esaltarsi tra i curvoni medio-lenti di Shanghai, ma soffriva nelle zone più veloci.
Le difficoltà non sono però tutte qui, visto che lo stesso Lewis ha affermato di far fatica anche ad usare i freni Brembo montati sulla Ferrari poiché deve ancora abituarsi. Per oltre un decennio infatti il 44 ha utilizzato i dischi Carbon Industries, i quali hanno certamente un feeling diverso da quelli della casa italiana. Dopo il Gran Premio del Bahrain, Hamilton ha evidenziato come, tra le tante differenze che ci sono sulla Ferrari rispetto alla Mercedes, l’impianto frenante sia uno dei punti più importanti per la fiducia del pilota. Ecco i dettagli.
Hamilton non abituato ad usare il freno motore
Ovviamente il britannico si sta abituando alle nuove sospensioni, alla differente erogazione del motore del Cavallino e altri aspetti tecnici. Lewis sta però utilizzando il freno motore nella sua avventura in rosso, una cosa che “non aveva mai fatto in precedenza”. Ovviamente su ogni vettura c’è un impianto idraulico per frenare le ruote sia anteriori che posteriori, ma nel retrotreno la situazione è più complicata.
Come spiegato nell’analisi di Carlo Platella, una monoposto di F1 utilizza “tre contributi frenanti” differenti sulle ruote posteriori. Il primo è quello idraulico che aziona i dischi. Il secondo si riferisce alla frenata rigenerativa dell’MGU-K. Ovvero il generatore elettrico che ricarica la batteria in staccata, che rilascia in questo processo una forza frenante. L’ultimo è il freno motore, causato dagli attriti interni al termico che ne rallentano la rotazione non si accelera. Il particolare sistema che coordina questi tre elementi è il BBW, Brake-by-Wire.
Hamilton deve quindi imparare un’ulteriore impostazione ed usarla in maniera più aggressiva rispetto al suo periodo in Mercedes. Se riuscirà ad acquisire la necessaria fiducia nella guida, l’utilizzo del freno motore potrebbe aiutarlo a guadagnare tempo sul giro. Riferendoci invece a quanto potremo vedere in Arabia Saudita, il 7 volte campione del mondo ha tante difficoltà ad affrontare curve di media ed alta velocità.
Leclerc, in quei tratti, è in effetti di diversi km/h più veloce. La forbice potrebbe allargarsi ulteriormente a Jeddah. In quella pista è infatti richiesta una grande fiducia nel mezzo viste le velocità di percorrenza elevatissime. Lì servirà sfiorare i muretti per essere davvero al limite. Speriamo che Hamilton possa trovare qualcosa nell’assetto che gli permetta di avere un feeling migliore, con una SF-25 che dovrebbe essere più a suo agio in Arabia Saudita.
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Credit copertina: Scuderia Ferrari