Enzo Ferrari decise di andarsene il 14 agosto 1988, in silenzio. La leggenda del Drake vive tutt’oggi, attraverso una macchina rossa.
Enzo Ferrari, la leggenda di un uomo che non ha mai smesso di sognare. Cosa é stato Ferrari per l’Italia e per il mondo intero é impossibile da descrivere. Il miglior modo per capirlo é guardare una macchina rossa sfrecciare, simbolo di un retaggio immortale.
“Sono un arrangiatore di uomini, non un designer”
Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari, nato a Modena il 20 febbraio 1898, era figlio di Alfredo Ferrari e Adalgisa Bisbini. Quel giorno cambiò il corso della storia. Un uomo che ha reso il suo sogno realtà e che vive tutt’oggi attraverso le sue auto, simbolo della passione più bella del mondo.
Enzo amava definirsi un “agitatore di uomini e talenti” e lo era. Il suo profondo impegno del mondo nelle corse lo trasmetteva ai chiunque lavorasse per lui e infatti fu persino accusato di essere un “dittatore”. Questa fu la risposta del Commendatore:
“Se dittatore è pretendere dagli altri l’impegno che io profondo nel mio lavoro, evidentemente hanno ragione“.
Il Drake odiava il ferragosto, perché era l’unico giorno in cui era costretto a non andare in officina. Non capiva il motivo per cui i suoi uomini dovessero andare in vacanza, per lui contava solo una cosa: la Ferrari.
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“Io non ho mai fatto un viaggio turistico e non sono mai andato una volta in vita mia in vacanza perché per me le ferie più belle sono quelle di restare nella mia officina, quando vi sono rimasti pochi collaboratori”.
“Giù le mani dalla Ferrari: di me dite quello che volete”.
L’ossessione per la vittoria é ciò che ha contraddistinto il marchio del Cavallino Rampante da tutto il resto, mentre l’amore per le sfide impossibili é stato uno dei tanti insegnamenti che Enzo ha lasciato al mondo.
Enzo perse il figlio Dino in tenera età, a causa di una malattia che rese il Drake impotente davanti alla sua morte. L’unico erede di sangue é Piero Lardi Ferrari, attuale vice presidente della Ferrari.
Da lassù però, il signor Ferrari sa bene che siamo tutti figli suoi. Generazione dopo generazione, la rossa non smette di emozionare bambini, ragazzi e adulti.
“Un giorno io non ci sarò più, ma spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo”.
Non smetteremo mai di dirti grazie Enzo.
Credit copertina: Ferrari.com
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