Nel corso di questa stagione ci siamo continuamente interrogati sui problemi principali che Ferrari ha riscontrato sin dai primissimi giorni di test in Bahrain. Nessuna persone migliore di Enrico Cardile, direttore tecnico, ci può enunciare quali sono stati i problemi della SF-23 che non dovremmo più ritrovare nel 2024.
Obiettivo raggiunto con la SF-23, il problema è stata la pista.
“Abbiamo sviluppato la SF-23 in continuità con la vettura del 2022, con l’obiettivo di migliorare alcuni limiti della monoposto precedente”, ha affermato Cardile ai microfoni di Motorsport.com Italia.
“Nel complesso abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, perché l’auto in pista ha rispettato i risultati visti nelle simulazioni. Il problema è che già nei test ci siamo resi conto che la direzione che avevamo preso non era la più performante”.
Come già annunciato da Leclerc e Vasseur nelle scorse settimane, già in Bahrain ed ancor prima durante il primo filming day svolto a Fiorano, a Maranello avevano compreso che c’erano delle anomalie rispetto a quanto osservato nelle simulazioni.
“A quel punto abbiamo dovuto rivedere i nostri obiettivi sul fronte dello sviluppo aerodinamico ed il lavoro per cercare di colmare le mancanze”.
Perché il telaio è diventato un limite nel corso della stagione
“Le limitazioni sono dovute principalmente al telaio. La differenza tra la nostra vettura e quella di Red Bull è nelle bocche dei radiatori, ciò che viene chiamato in gergo “pod”.
Infatti i “pod” Ferrari erano più ampi rispetto alla concorrenza e questa conformazione ha fatto sì da non richiedere un telaio particolarmente complesso visto che l’elettronica è stata posta dietro i radiatori.
Il cono anti-intrusione, diventato un grande limite strutturale quando Ferrari ha dovuto cambiare il design della vettura, inizialmente era progettato lateralmente per trovare maggiori prestazioni da una maggior pulizia sulla superficie superiore della parte anteriore del fondo.
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“Però nel momento in cui si decide che per centrare un differente obiettivo hai bisogno di forme differenti, la posizione dell’elettronica, il design del telaio e la posizione del cono anti-intrusione inferiore, sono diventati dei limiti”.
Ovviamente come già riferito prima, quando si è dovuto cambiare l’impostazione di base della SF-23, le soluzioni descritte da Cardile sono diventate invece limiti importanti.
Ferrari quest’anno ha anche sofferto molto in condizioni di forte vento e Cardile ci ha spiegato che ciò è dovuto all’aerodinamica della vettura che ha reso la vettura instabile, togliendo ovviamente anche feeling ai piloti.
I buoni propositi di Cardile per la Ferrari 2024
“Con la monoposto 2024 gireremo pagina, il progetto è diverso, abbiamo capito che per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati c’è bisogno di una vettura diversa”.
“Di conseguenza l’anno prossimo vedrete una monoposto progettata in modo differente rispetto al concetto portato in pista nel 2022”.
Come prevedibile, Cardile ed i tecnici del Cavallino porteranno avanti nel 2024 un nuovo concept, ma ovviamente senza distaccarsi completamente quello che abbiamo potuto osservare sulla SF-23.
Ci saranno delle “piccole rivoluzioni” necessarie, come quella relativa al telaio che subirà un taglio netto rispetto a quello 2023, tuttavia sarà fondamentale riprendere i concetti forti osservati sulla SF-23 e riadattarli in funzione del nuovo progetto 676.
Fonte foto copertina: Scuderia Ferrari
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