Il ricordo di Nuvolari e quel fatidico incontro con Enzo Ferrari…

Tazio Nuvolari moriva l’11 agosto 1953; il fatidico incontro con Enzo Ferrari e la sua regola di correre “a vita persa”.

Nuvolari viene ricordato tutt’oggi come il “Mantovano volante”; Enzo Ferrari capì cosa distinguesse Tazio da tutti gli altri. La sua guida oltre il limite e i segreti al volante hanno costruito un mito che non verrà mai scalfito. “Nivola” é il simbolo del pilota che correva per il gusto di guardare in faccia la morte e deriderla.

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Nuvolari insieme ad un meccanico della Scuderia Ferrari – foto: wikipedia

Enzo Ferrari: “Nuvolari era un ometto spiccio e caustico. Con in mano un manubrio diventava un gigante, un artista…”

Tazio Giorgio Nuvolari nasceva il 16 novembre 1892, a Castel d’Ario, in provincia di Mantova. Era figlio di Arturo Nuvolari e Elisa Zorzi. La passione per i motori e la velocità arrivò soprattutto grazie allo zio Giuseppe, il quale faceva guidare le sue moto al piccolo Tazio.

La sua carriera da pilota iniziò molto tardi, all’età di 27 anni. Prima motociclista e poi sulle automobili. Nuvolari vinse tutto ciò che si potesse vincere sulle due ruote, altrettanto sulle quattro ruote. Nel 1924 incontrò un giovane Enzo Ferrari e ciò determinò la futura collaborazione con l’Alfa Romeo.

Galeotta fu la Basilica di Sant’Apollinare in Classe, dove i destini di Ferrari e Nuvolari si incrociarono per la prima volta. Prima avversari in pista e poi grandi amici. Difatti nel 1930, Enzo era a capo del reparto corse della casa del biscione e “Nivola” venne chiamato all’interno della neonata Scuderia.


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Il “Mantovano volante” non aveva peli sulla lingua neppure col Drake. Poco prima di partire dalla stazione ferroviaria di Modena, in viaggio verso la Sicilia per disputare una memorabile edizione della Targa Florio, Ferrari disse di aver prenotato anche il biglietto di ritorno.

Questa fu la risposta di Nuvolari: “Dicono che sei un bravo amministratore, ma mi accorgo che non è vero. Dovevi farmi riservare solo il biglietto di andata, perché quando si parte per una corsa bisogna prevedere la possibilità di tornare in un baule di legno”.

Nuvolari eroe italiano e mito immortale

In un periodo così difficile per l’Italia, in cui si andava a caccia di eroi, Tazio arrivò e conquistò i cuori di tutti suoi compatrioti, per sempre.

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La prima pagina della Gazzetta dello Sport dedicata alla vittoria di Nuvolari nel Gran Premio d’Italia del 1938 – foto: wikipedia

Ferdinand Porsche lo definì “il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire”.

Nuvolari ebbe molta fortuna nel mondo delle corse, ma non nella vita privata, poiché due suoi figli persero la vita a 18 anni a causa di una malattia.

Il pilota italiano fu l’uomo da battere dal 1922 fino al 1950. Tre decenni di successi e sregolatezza. La sua guida era di un altro livello ed Enzo lo capì.

Lui abbordava la curva molto prima di chiunque altro pilota. E lo faceva in un modo tutto suo, puntando d’un colpo il muso della macchina contro il margine interno, proprio nel punto dove la curva aveva inizio. E il miglior tempo usciva ogni volta. Nessuno accoppiava, come lui, una così elevata sensibilità della macchina a un coraggio quasi disumano”.

Il celebre maglione giallo, con le iniziali ricamate sopra e al collo la tartaruga portafortuna regalatagli da Gabriele D’Annunzio. Questo era Nuvolari, un mito che vive oltre il tempo. Dopo aver vissuto sempre al limite, “Nivola” si spense nella quiete della sua casa a Mantova l’11 agosto 1953.

Grazie Tazio.

Credit copertina: salastamparacing.com


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